I sistemi disponibili

Pavimenti in resina schema tecnico

Il rivestimento resinoso applicato secondo i nostri sistemi disponibili migliora la qualità delle pavimentazioni in calcestruzzo nuovi, migliora le proprietà meccaniche o chimiche di quelle esistenti e riabilita quelle degradate.

I cicli applicativi di seguito descritti consentono agli utilizzatori di adeguare in modo essenziale ed efficace, il manufatto di calcestruzzo alle reali esigenze di utilizzo per le seguenti specifiche proprietà:

  • Impermeabilità, poichè si evita l’assorbimento di sostanze anche aggressive che possono nel tempo deteriorare la piastra in calcestruzzo;
  • Continuità, poichè non necessitano di giunti di contrazione che sono spesso causa di degradi di infiltrazioni;
  • Resistenza chimica, poichè i diversi cicli applicativi e formulati resinosi consentono di ottenere le giuste resistenze ai più disparati agenti chimici aggressivi;
  • Resistenza meccanica, poichè la buona resistenza è la caratteristica peculiare dei rivestimenti resinosi;
  • Tempi di intervento ridotti, poichè sono pedonabili già dopo 24/48 ore e carrellabili dopo qualche giorno.

Impregnazione semplice

Cos’è

E’ un trattamento incolore che penetra parzialmente (impregnazione semplice) o sino a rifiuto (impregnazione a saturazione) nelle porosità superficiali del pavimento in calcestruzzo.

A cosa serve

Penetrando nelle porosità del calcestruzzo il trattamento consolida, in parte ed in funzione dei dosaggi applicati, lo strato corticale del pavimento in calcestruzzo (interno o esterno), rendendolo antipolvere, ma non impermeabile all’acqua, migliorandone, tuttavia, anche le caratteristiche superficiali.

Come si applica

Si applica a rullo, o a spruzzo con airless in più passate.

Come si presenta il risultato

Il pavimento di calcestruzzo non è una superficie omogenea, e quindi il prodotto applicato può presentare chiazze proprio per un non omogeneo assorbimento del prodotto.
Laddove il pavimento in calcestruzzo risulti meno poroso, il materiale resterà in superficie con aspetto lucido, mentre dove sarà più poroso e permeabile, il materiale verrà assorbito in profondità con successivo aspetto opaco. Con l’applicazione a rullo, laddove le rullate si sovrappongono si avrà inevitabilmente un eccesso di materiale. Pertanto l’applicazione a rullo potrebbe presentare qualche inestetismo, se di inestetismi si può parlare giudicando un pavimento industriale.

Rivestimento a film sottile

Cos’è

E’ un rivestimento resinoso a basso spessore che non supera i 300 μm e che può essere pigmentato secondo una cartella colori rilasciata dal formulatore.

A cosa serve

Serve per proteggere il pavimento di calcestruzzo. Infatti il trattamento rende la superficie antipolvere, parzialmente impermeabile, leggermente resistente all’abrasione e leggermente resistente all’aggressione chimica a seconda del formulato utilizzato.

Come si applica

Dopo aver preparato la superficie si applica uno strato di promotore d’adesione, e quindi successivamente a rullo o a spruzzo airless si applica il prodotto per uno spessore non superiore a 300 μm. Contrattualmente si dovrà definire il quantitativo di prodotto applicato a mq., poiché lo spessore
non è facilmente misurabile. Durante l’applicazione risulta determinante valutare correttamente le condizioni ambientali (temperatura del supporto ed ambientale, umidità del supporto ed ambientale, ecc…) e le modalità applicative.
L’applicazione dev’essere fatta nei modi opportuni consigliati dal produttore dei formulati resinosi attenendosi scrupolosamente alle rese per gli spessori richiesti.
Possibile pericolosità di scivolamento in presenza di acqua. Prima dell’applicazione verificare: L’esistenza di una barriera al vapore; il grado di umidità del supporto che non deve superare il 3,0% (8% con l’impiego di specifici promotori), l’indice sclerometrico del supporto; l’assenza di polvere sul supporto; il punto di rugiada nel locale.
Il formulato tal quale non resiste al graffio ed è sensibile ai raggi ultravioletti (esclusi alcuni formulati poliuretanici). Si consiglia di non lavare il supporto con detergenti a base di idrossido di sodio o ipoclorito di sodio (varechina). Entrambe queste sostanze possono apportare un incremento di alcali nello strato corticale del calcestruzzo favorendo la reazione con aggregati reattivi ed innescando così una potenziale
azione espansiva nota come Pop Out o reazione alcali-aggregati.

Rivestimento a film spesso

Cos’è

E’ un rivestimento resinoso ad alto spessore tra 300 e 1000 μm che può essere pigmentato secondo una cartella colori rilasciata dal formulatore.

A cosa serve

Serve per proteggere il pavimento di calcestruzzo. Infatti il trattamento rende la superficie antipolvere, impermeabile, resistente all’abrasione leggera e resistente all’aggressione chimica se vengono indicati, preventivamente, gli agenti aggressivi e la loro concentrazione.

Come si applica

Dopo aver preparato la superficie si applica uno strato di promotore d’adesione,  quindi successivamente a rullo o a spruzzo airless si applica il prodotto in due o più passate tra loro incrociate sino ad ottenere un consumo di formulato che garantisca uno spessore tra 300 e 1000 μm.
Contrattualmente si dovrà definire il quantitativo di formulato applicato a mq. e lo spessore medio da realizzare anche se la misurazione potrebbe dare risultati incerti. Valgono le stesse regole tecniche descritte per il rivestimento a film sottile.

Rivestimento autolivellante

Cos’è

E’ un rivestimento resinoso composto da materiale indurente e pigmento che viene applicato ad alto spessore da 1 a 3 mm.

A cosa serve

Protegge il pavimento di calcestruzzo conferendo uno spessore protettivo, impermeabile, resistente all’aggressione chimica (contrattualmente definita), all’abrasione, ed in parte agli urti.

Come si applica

Dopo aver preparato la superficie si applica uno strato di promotore d’adesione (con idonee caratteristiche impreganti-saturanti) , e quindi successivamente con una spatola dentata, in unica soluzione, si applicherà il quantitativo stabilito di prodotto.
Autolivellante non significa che il prodotto sia in grado di eliminare grandi imperfezioni di planarità del pavimento, ma significa che il prodotto è in grado di autolivellarsi immediatamente dopo la posa in opera, “chiudendo” le righe lasciate dalla spatola dentata. Si consiglia il passaggio con rullo frangibolle per eliminare l’aria inglobata con la miscelazione dei diversi componenti.

Come si presenta il risultato

La planarità di questo pavimento autolivellante sarà uguale alla planarità del pavimento sottostante.
Per autolivellante s’intende un formulato sufficientemente fluido che una volta posto in opera con la cazzuola dentata si autolivella durante la fase d’indurimento sino ad eliminare le tracce lasciate dalla cazzuola. Impiegare una resina autolivellante pensando di poter pareggiare gli errori di planarità è un
vero nonsenso tecnico.
Questo formulato viene applicato in un’unica passata con la cazzuola dentata nel quantitativo variabile tra 3 e 6 kg/mq a seconda dello spessore da realizzare. È tuttavia consigliabile una impregnazione del supporto prima di eseguire l’applicazione del ciclo su indicato.
Prima dell’applicazione verificare: l’esistenza di una barriera al vapore; il grado di umidità del supporto che non deve superare il 3,0%; l’indice sclerometrico del supporto, l’assenza di polvere sul supporto; il punto di rugiada nei singoli locali.
Il formulato tal quale non resiste al graffio ed è sensibile ai raggi ultravioletti (esclusi alcuni formulati poliuretanici e tutti i formulati metacrilici).

Rivestimento multistrato

Cos’è

E’ un rivestimento resinoso composto da strati di formulati resinosi, intervallati da semine di inerte indurente in grado di formare un rivestimento continuo di spessore compreso tra 2 e 4 mm a seconda del numero di strati realizzati.

A cosa serve

Protegge il pavimento di calcestruzzo conferendo uno spessore protettivo, impermeabile, resistente all’abrasione, all’usura, all’aggressione chimica (contrattualmente definita), sicuramente antisdrucciolo, in parte resistente agli urti ed in parte. Non aiuta a migliorare il grado di planarità.

Come si applica

Su supporto asciutto, pulito, ruvido e privo di parti incoerenti si applica uno strato di promotore d’adesione, quindi un primo strato di circa 500 μm seguito da una semina di inerte quarzifero sulla resina ancora fresca. L’inerte avrà granulometria variabile tra 0,3 e 1,2 mm. L’inerte verrà successivamente
fissato da un ulteriore strato resinoso. Per ottenere spessori maggiori si dovrà optare per un numero maggiore di strati di resina e di inerte.

Come si presenta il risultato

Il diametro massimo dell’indurente stabilisce il grado di rugosità, per cui si consiglia sempre di confrontarsi con una campionatura. È questo un rivestimento prevalentemente funzionale, che non necessita di particolari tecnologie applicative, è di limitato aspetto estetico, in quanto
necessariamente ruvido. Il ruvido non si abbina con le esigenze di facile pulizia imposte dalle Leggi. Si ritiene pertanto indispensabile il confronto con dei campioni prima di decidere.
Prima dell’applicazione verificare: L’esistenza di una barriera al vapore; il grado di umidità del supporto che non deve superare il 3,0%; l’indice sclerometrico del supporto, l’assenza di polvere sul supporto; il punto di rugiada nei singoli locali.

Il formulato tal quale è sensibile ai raggi ultravioletti (esclusi alcuni formulati puliuretanici e tutti i formulati metacrilici).

Rivestimento in malto spatolata

Cos’è

E’ un rivestimento resinoso composto da un legante polimerico, e da cariche minerali in curva granulometrica, eseguito in spessori superiori a 3 mm. Il rapporto legante carica generalmente è 1:10. Però per questioni economiche il rapporto può essere portato sino a 1:15. Chiaro che con rapporto di legante/carica così elevato, le resistenze meccaniche subiscono una riduzione.

A cosa serve

Nessun altro rivestimento costruito in opera può garantire una tolleranza di planarità di 3 mm su due metri. Ciò rende l’applicazione idonea per le corsie di transito. Però il ciclo è anche valido laddove sono richieste buone prestazioni meccaniche, resistenze chimiche idonee, e buona planarità. Sovente il ciclo viene impiegato per riprendere la planaria del supporto sottostante. In questi casi lo spessore del rivestimento in malta spatolata non potrà risultare costante, ma varierà tra 3mm e 12 mm, a seconda
delle irregolarità del fondo.

Come si applica

Il supporto andrà preparato in modo adeguato, e la malta, ottenuta mediante miscelazione in betoniera da cantiere o miscelatore idoneo del legante polimerico con gli inerti quarziferi in curva, verrà stesa manualmente a piè d’opera, livellata con staggia e lisciata con frattazzatrice meccanica.
Una volta posta in opera, la malta deve subire un costipamento meccanico per eliminare i molti vuoti esistenti dovuti alla graniglia. Il grado di finitura superficiale può essere “aperto” (lasciando la superficie
tal quale dopo la lisciatura) o “chiuso” (saturando la superficie con strati di formulati resinosi pigmentati e/o trasparenti).

Come si presenta il risultato

Lo spessore della malta resinosa applicata può essere verificato attraverso carotatura, ma i risultati sono opinabili poiché con la malta si equalizzano le irregolarità di quota del supporto e di conseguenza lo spessore risulterà incostante.

La malta resinosa potrà essere confezionata secondo le indicazioni del produttore, in rapporti generalmente compresi tra 1:6 e 1:15. In generale il rapporto più alto corrisponde alle composizioni di più facile applicabilità e questo implica la necessità di saturare totalmente o parzialmente il rivestimento ottenuto e compattato, al fine di garantirne l’impermeabilità superficiale.
La saturazione e la finitura superficiale devono essere eseguite con apposito formulato.
Prima dell’applicazione verificare: L’esistenza di una barriera al vapore è necessaria a seconda dello spessore applicato che più sarà basso, maggiore sarà la necessita della barriera; Il grado di umidità del supporto non deve superare il 3,0%; l’indice sclerometrico del supporto, l’assenza di polvere sul supporto; il punto di rugiada nei singoli locali.
Gli strati a chiudere, applicati tal quali, sono sensibili ai raggi ultravioletti (esclusi alcuni formulati poliuretanici e tutti i formulati metacrilici).

(fonte ENCOPER
Ente Nazionale Costruttori Pavimenti e Rivestimenti
Linee Guida – Progettazione dei pavimenti in resina)

 


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